Cambiare il mondo con i disegnini

Tempo fa stavo riflettendo con una collega riguardo al suo blocco creativo, è da tempo ormai che lei non riesce più a disegnare, la cosa le provoca ansia e quindi niente, giustamente fa altro. Perché dovrei disegnare se mi mette ansia? Disegnare dovrebbe farmi stare bene.

Mi sono ritrovata molto nella sua esperienza dato che anche io ho vissuto un momento simile e credo che per entrambe nasca dallo stesso problema: il desiderio di perfezione, qui e ora. 

Credo sia qualcosa che altri potrebbero aver sperimentato quindi ho deciso un po’ di sviscerare il discorso, parlo del mio vissuto perché è l’unica cosa di cui sono veramente esperta.

  1. Il blocco nasceva per entrambe da un desiderio semplice semplice, una roba da nulla, cambiare il mondo. Ecco.
  2. È meglio essere felici che i migliori
  3. E per sbloccarsi?

Il blocco nasceva per entrambe da un desiderio semplice semplice, una roba da nulla, cambiare il mondo. Ecco.

Io ho a cuore alcuni temi sociali ed ecologici e dato che quello che so fare nella vita è disegnare, ho pensato che se volevo aiutare dovevo farlo così, disegnando. Seguivo e seguo molti attivisti e divulgatori, io non sono brava a leggere i dati, non sono brava a espormi, non mi piace nemmeno scendere in piazza perché odio la folla. Quindi se volevo essere utile DOVEVO disegnare e non disegnare cazzate ma qualcosa di educativo, che parlasse a tutti, che facesse aprire gli occhi alle masse!

Aprivo il quaderno. Prendevo la matita. E sul foglio uscivano solo banalità, sciocchezze, roba mediocre insomma. Quindi mi demoralizzavo un po’, aprivo Instagram, rivedevo il lavoro di quelle persone pazzesche che si esponevano in maniera brillante per gli stessi temi che anche io sostenevo, mi gasavo, aprivo il quaderno e finalmente disegnavo e… uscivano sempre cagate, cosa vi aspettavate?

Ho fatto così per mesi, mi ero convinta che dovevo essere all’altezza, che dovevo essere più brava, volevo disegnare la cosa perfetta. Cambiare il mondo con qualche disegnino.

Ovviamente ogni volta che ci provavo mi frustravo un po’ di più, fino a credere che anche scarabocchiare per tirare fuori qualche idea sarebbe stato uno spreco, se non avevo l’idea giusta da subito avrei buttato un foglio per niente. Il che andava anche contro alle tematiche ambientaliste a cui tengo, che mostro!

Quindi per qualche mese non ho prodotto niente di buono, mi stavo bloccando del tutto, guardavo al lavoro altrui e provavo invidia

Ero bloccata, sprecavo carta e quindi mi sono fermata e a volte fa bene fermarsi. 

È meglio essere felici che i migliori

Ad un certo punto però mi sono resa conto che avevo voglia di disegnare e mi sono ricordata perché disegnavo: perché mi piace, mi fa staccare il cervello, mi rilassa e mi esalta allo stesso tempo.
Ho capito, per fortuna, (forse grazie ai duemila video su YouTube sull’argomento, tra cui mi sento di consigliare struthless) che non dovevo per forza essere bravissima, che non dovevo sfornare solo capolavori, non dovevo essere brillante, non dovevo nemmeno cambiare il mondo. Perché sono cose che o hai culo e ci nasci oppure ci arrivi lavorando per tempo, molto tempo, non decidi di punto in bianco di essere un genio.

Quindi dovevo “solo” riappropriarmi di quella gioia che mi dava disegnare, perché magari non posso cambiare il mondo con un disegno ma disegnando posso essere più felice io, che non è poco. Perché se tutti al mondo fossero felici risolveremo un bel po’ di problemi.

Magari non sono fatta per essere un’artista attivista ma essendo più serena e contenta posso avere le giuste energie per informarmi sulle cause che mi stanno a cuore, posso avere l’energia per supportare chi fa un lavoro che io non riesco a fare, essere abbastanza lucida da fare acquisti più consapevoli, avere la forza e la pace mentale per discutere bene delle cose di cui mi importa. Cose che non riuscirei a fare se non fossi serena, se non mi sfogassi facendo quello che mi piace.

Quindi a conti fatti credo che la mia salute mentale, quella di tutti, la felicità, possa compensare qualche foglio di carta gettato, la carta usata per gli sketchbook, l’elettricità usata per il pc, come anche la pelle sintetica dei guantoni di un boxeur, l’elettricità del forno di un appassionato ceramista e tutto quello che ci rende felici e che rende la vita più bella.

E per sbloccarsi?

Se siete in un periodo simile, se state chiedendo troppo a voi stessi il mio consiglio è: fermatevi, ascoltatevi un po’, se ne avete bisogno chiedete aiuto, a chi vi sta attorno o a un professionista, la terapia non guasta mai.
Ripensate a perché le cose che vi piacciono vi piacciono, magari cazzeggiate pure un pochetto e tornate a mente più fresca a fare quello che vi piace, con la gioia e lo spirito che vi ha fatto iniziare.
Tornate a divertirvi come quando da piccoli dipingevate con le dita, riempire un foglio di cose semplici (le banane per me funzionano) magari è il momento giusto per provare qualcosa di nuovo, iscrivervi a un corso, a un workshop o anche solo tirare fuori le tempere e fare dei bruttissimi paciughi!

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