Calcografia diretta e indiretta

Abbiamo già visto in questo articolo cos’è e come funziona la calcografia come abbiamo visto il termine calcografia deriva dal termine rame e segno uniti, quindi fa riferimento all’incisione su metallo. Si divide però in molte e differenti tecniche che possono essere dirette e indirette.
Cosa si intende con questo? In questo articolo vediamo come di distinguono tecniche dirette e indirette con alcuni esempi, non approfondiremo ogni tecnica in quanto dedicheremo ad ognuna un articolo a parte per dare a tutte il giusto spazio.

La calcografia diretta

Nell’incisione calcografica diretta l’artista, con diversi strumenti, incide direttamente il metallo cioè impugnando diversi strumenti crea dei segni incisi che hanno diversi risultati in stampa.
L’incisione diretta deriva direttamente dalle tecniche orafe, in cui il bulino veniva utilizzato per incidere e così decorare gioielli e armature.
La prima calcografia che si conosca ad oggi è una Flagellazione di Cristo del 1446 di un ignoto autore tedesco, mentre questa tecnica di stampa non arrivò in Italia se non prima del 1450.
Fanno parte delle tecniche dirette: bulino, punta secca, maniera nera, lapis e puntinato.

La calcografia indiretta

Nell’incisione indiretta l’artista non incide la lastra “di suo pugno” utilizzando, per così dire, la propria fisicità ma un agente che incide la lastra al posto suo, di solito un acido.
La prima tecnica indiretta è stata l’acquaforte, un termine che all’epoca della sua invenzione, attorno al 1500, indicava l’acido nitrico, che veniva utilizzato per incidere le lastre.

Alcune tecniche indirette sono: acquaforte, acquatinta, ceramolle, solarplate.
Nel corso del tempo i materiali sono molto cambiati e ne sono stati sperimentati tanti per ottenere effetti differenti e per garantire la sicurezza di chi incide. Dall’acido nitrico, altamente corrosivo e che emette esalazioni tossiche, si è passati ad acidi più sicuri come il cloruro ferrico o il solfato di rame che non hanno esalazioni nocive e sono maneggiabili senza particolari rischi. Fino ad arrivare a tecniche molto moderne come la solarplate, che vi spiegheremo meglio in un altro post, ma che utilizza delle lastre composte da fotopolimeri che si sviluppano semplicemente utilizzando l’acqua.

Esploreremo ogni tecnica con un articolo a parte per spiegarvi con esattezza i processi e materiali che le caratterizzano quindi:

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Una replica a “Calcografia diretta e indiretta”

  1. […] puntasecca è una tecnica di calcografia diretta, il nome deriva dallo strumento che viene utilizzato solitamente per realizzarla, un manico con […]

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